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La Video Intervention Therapy come strumento terapeutico

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La video Intervention Therapy è uno strumento  mutuato dalle ricerche sullo sviluppo infantile e, sebbene abbia un nome complicato, è in realtà qualcosa di molto semplice. Per capire di cosa si tratta dobbiamo prima fare un tuffo nell’”infant research”, che è il nostro sfondo teorico, per poi illustrare brevemente la metodologia. “L’infant Research” è quella branca della psicologia che si occupa dello studio e della ricerca sullo sviluppo infantile. In particolare il termine viene usato per riferirsi alle ricerche sperimentali che si sono sviluppate negli ultimi trent’anni e che hanno in Stern D., Beebe B., Fivaz D. E., Tronick E., i coniugi Papousek ed altri come principali rappresentanti. Queste ricerche hanno rivoluzionato il modo di vedere il bambino e stanno provocando un grande riassestamento all’interno dei modelli psicologici (vedi Stern 1985, Lichtenberg 1989, Stolorow e Atwood 1992, Fivaz 2000, Beebe 2002). Infatti, ogni modello metapsicologico ha bisogno di una sua teoria dello sviluppo e le nuove conoscenze sullo sviluppo infantile hanno messo in discussione buona parte delle credenze che noi psicologi avevamo fino a poco tempo fa. Dalle ricerche è emerso un bambino attivo ed impegnato, sin dai suoi primi istanti di vita, in uno scambio reciproco con il suo caregiver, un neonato che può avviare o interrompere l’interazione con le sue figure di accudimento principali. Ciò ha messo in crisi concetti tradizionali come quelli di simbiosi o di indifferenziazione primaria. E’ emerso un bambino che sin dal secondo mese di vita ha una relazione significativa e differenziata (triangolare) con il padre e la madre. Ciò ha messo in crisi il modello che prevedeva l’emersione della figura paterna solo al terzo anno di vita. E’ emerso che molte capacità cognitive si sviluppano molto più precocemente rispetto a quanto veniva teorizzato. Ciò ha messo in crisi il modello di sviluppo di Piaget che è risultato superato, o quantomeno molte delle sue fasi devono essere di molto anticipate (per esempio il bambino sin dal nono mese di vita ha capacità intersoggettive e non è egocentrico come afferma Piaget). Insomma c’è un’aria nuova che si respira nel mondo della Psicologia, molti modelli che erano lontani tra loro si sono riavvicinati, molti modelli pieni di dogmatiche certezze si sono ammorbiditi, il mondo della ricerca sperimentale e dell’attività clinica si sono avvicinati. E’ in questo quadro che, soprattutto negli ultimi dieci anni, le nuove conoscenze accademiche e sperimentali hanno cominciato a varcare le soglie universitarie per entrare nel mondo della clinica (persone come Beebe, Downing e Fivaz ne sono stati tra i principali promotori), cambiando il nostro modo di vedere l’adulto in terapia (e il suo passato infantile) e dandoci strumenti nuovi per aiutare quelle famiglie che incontrano difficoltà durante lo sviluppo dei propri figli. Quando una coppia di genitori arriva al nostro studio con una richiesta d’aiuto, per una qualsiasi delle problematiche che possono sorgere durante la crescita dei propri figli (o anche per avere un feedback sullo sviluppo del bambino), dopo un primo colloquio, gli si chiede di realizzare un filmato. Questo video è prodotto da loro stessi nella loro casa. Ciò che chiediamo di riprendere è l’interazione tra madre e/o padre (almeno uno dei due) e bambino/a/i (almeno uno di loro). E’ importante poter vedere nel filmato sia i corpi sia i volti dei partecipanti dell’interazione. Si può usare questo metodo per figli dai zero ai diciotto anni. Una volta fatto, il filmato viene portato al terapeuta che lo analizza (in separata sede), dopodiché viene visto insieme ai genitori. Durante la seduta con il video si sostengono le risorse presenti nella famiglia e li si aiuta ad esplorare quelle aree che sappiamo essere disfunzionali per lo sviluppo del bambino. Ciò che viene fatto oggetto dell’osservazione è tutto ciò che riguarda l’interazione, sia nei suoi aspetti verbali e/o acustici, sia nei suoi aspetti non verbali. Le espressioni del volto, gli sguardi, la postura, il ritmo, l’utilizzo dello spazio, il linguaggio, il contatto e lo sviluppo dell’autonomia sono tutti elementi fondamentali dell’osservazione. In tal senso potete osservare come sono numerosi i punti d’incontro con le arti terapie ed in particolare come molti degli elementi sviluppati da Ruggeri V. (Ruggeri 1987,1988) trovano applicazione. All’interno della seduta terapeutica il focus della nostra attenzione è l’interazione con la coppia, il video è uno strumento che facilita, rende efficace e veloce il percorso terapeutico, ma per noi resta sullo sfondo, il fulcro della seduta è ciò che avviene nel qui ed ora della nostra interazione col cliente/i. Il nostro obiettivo con questa metodologia è sostenere i genitori ed al contempo promuovere uno sviluppo sano del figlio, per questo motivo lavoriamo con l’obiettivo che a fine seduta i genitori abbiano qualcosa di concreto in mano, strumenti per modificare quelle aree del rapporto col figlio che sono disfunzionali o non ottimali per il suo sviluppo. Questo metodo non viene usato solo con i genitori, ma anche nella formazione e nella supervisione dello staff delle scuole materne e degli asili nido, negli istituti, nelle cliniche per madri depresse/schizofreniche/borderline, nelle valutazioni e nel sostegno per genitori in fase di adozione e affido, insomma dovunque un sano sviluppo del bambino sia al centro dell’attenzione. Molti sono i punti d’incontro con le arti terapie: l’attenzione al corpo, ai suoi segnali, alle sue sensazioni, ai suoi movimenti, il focus rivolto verso l’esperienza, l’azione ed il cambiamento, il ruolo dell’immaginazione nella costruzione delle competenze relazionali, corporeo-mentali e genitoriali, solo per citarne alcune. Crediamo che lo scambio d’esperienze tra il mondo delle Arti Terapie ed il nostro possa essere proficuo per entrambi, come nelle interazioni tra genitori e bambini che possiamo vedere nei nostri filmati. Autori: Homero Vigevani e Cecilia Waldekranz BIBLIOGRAFIA Beebe, B., Lachmann F.: (2002) Infant Research e trattamento degli adulti. Milano, Raffaello Cortina Editore 2003. Downing, G.: Il corpo e la parola.  Roma, Astrolabio, 1995. Fivaz Depeursinge E., Corboz Warnery A.: Il Triangolo Primario. Milano, Raffaello Cortina Editore, 2000. Lichtenberg, J.D.: (1989) Psicoanalisi e sistemi motivazionali. Milano, Raffaello Cortina Editore, 1995. Ruggieri, V.: Semeiotica dei processi psicofisiologici e psicosomatici.    Il Pensiero Scientifica Editore, Roma 1987. Ruggieri, V.: Mente, corpo e malattia. Roma, Il Pensiero Scientifico, 1988. Stern, D.: (1985), Il mondo interpersonale del bambino. Torino, Bollati-Boringhieri, 1987. Stern, D.: Le interazioni madre-bambino: nello sviluppo e nella clinica. Milano, Raffaello Cortina Editore, 1998. Stolorow, R.D., Atwood, G.E.: (1992), I contesti dell’essere. Torino, Bollati-Boringhieri, 1995.

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